Il difensore rossoblù è una delle più grandi rivelazioni dall’arrivo di Gilardino, nonchè pedina inamovibile nel trio arretrato

Uno dei primi ad arrivare in rossoblù lo scorso giugno, Vogliacco è senza dubbio uno dei talenti tra le fila del Genoa che è riuscito a dimostrare il suo vero potenziale solo dopo l’esonero di Blessin e la chiamata di Gilardino. Tanto da diventare elemento inamovibile del trio di difesa assieme a Dragusin e Bani. Messo in secondo piano rispetto al romeno proprio dal tecnico tedesco, il 24enne passa la prima parte della sua esperienza rossoblù in panchina, giocando sporadici frammenti di gara. Ma come ricorda Il Secolo XIX, a cambiare le carte in tavola sono stati il subentro dell’ex campione del mondo e i 13 minuti nel finale della trasferta di Bari. In quell’occasione, il Violinista decide di mandarlo in campo al centro di una improvvisata difesa a tre con Dragusin e Bani. L’esperimento funziona e il Genoa porta a casa i tre punti. Si decide per ritestarla in Coppa Italia contro la Roma e da lì la difesa non cambierà mai (salvo qualche caso per infortuni o squalifiche).

In pochi mesi, Vogliacco ha dimostrato a tutti di non essere solo un giocatore bravo tecnicamente e fisicamente, ma anche uomo spogliatoio. È il primo a chiamare i compagni alla concentrazione e a festeggiare. Per lui il Genoa è una seconda famiglia. E non può che essere così visto che Sabelli e diventato suo cognato dopo aver sposato la sorella Roberta. Per il difensore c’è solo un pensiero in testa: vincere con la maglia rossoblù e giocare per il Grifone in Serie A. Vuole farlo per sé, ma anche in ricordo del suocero Sinisa: “Voglio vincere il campionato e giocare in Serie A con questa maglia. A Sinisa avevo promesso ci saremmo sfidati in campionato, ma purtroppo non è più possibile. La promozione sarebbe come realizzare un sogno anche per lui”.