Stefano Arata, capitano del Genoa Under 18 di mister Ruotolo reduce dalla vittoria dello scudetto di categoria, ha parlato in un’intervista concessa a Cronache di Spogliatoio, in cui ha ripercorso i momenti decisivi del percorso che lo ha portato a sollevare il trofeo nonostante un grave lutto subito qualche giorno prima.
SUL RAPPORTO COI COMPAGNI E IL LUTTO SUBITO. “Aver alzato il trofeo da capitano rappresentando i miei compagni è stato come farlo con la mia famiglia. È merito loro se ho affrontato questo dolore (la perdita della madre, ndr) in modo maturo. I miei compagni sono stati come una famiglia. Il giorno del funerale me li sono trovati praticamente tutti lì, compreso lo staff. Non me l’aspettavo, mi hanno colpito“.
ARATA SUL GOL SEGNATO CONTRO L’INTER. “Non ci aspettavamo di arrivare in semifinale. Sul 4-4 contro l’Inter saremmo stati eliminati per il peggior piazzamento. All’ultimo minuto, però, mi sono trovato il pallone lì, in area. Ho segnato, e in quegli attimi non ho capito più niente. Quella partita è stata veramente epica. Un momento significativo per tutti, il gol decisivo“.
AMBIZIONI E IDOLI. “Sogno per gradi. Il primo step che voglio fare è esordire in Primavera. Diventare un calciatore mi piacerebbe. Punto di riferimento? Chiellini. Dentro al campo è un leone, fuori è un buono. È pure laureato, mi piacerebbe diventare come lui“.