Per la consueta rubrica della Penna in Trasferta, la nostra redazione ha raggiunto il collega di Torino Emanuele Pastorella, per presentare la partita di sabato e per parlare della suggestione di mercato legata a Pietro Pellegri, nuovamente in orbita Genoa.
Il Toro ha schiantato il Napoli campione d’Italia senza troppi problemi: sulle ali dell’entusiasmo potrebbero arrivare i 3 punti anche a Genova?
“È un Torino che resta alla perenne ricerca della continuità di risultati. I granata sono in un ottimo periodo di forma, da fine ottobre ad oggi sono arrivate soltanto due sconfitte, ma in trasferta fanno fatica e hanno il secondo peggior attacco della A. La trasferta a Marassi può dire molto sulle ambizioni della squadra“.
Squadra che vince non si cambia? O Juric studia delle scelte di formazione diverse da quelle viste contro i partenopei?
“La sensazione è che si vada verso lo stesso Toro che ha battuto i campioni d’Italia, e non potrebbe essere altrimenti. Linetty ha qualche problema fisico ma lì in mezzo la coppia Ricci-Ilic sta trovando sempre più affinità, mentre in difesa il rientro di Djidji è di fatto un acquisto di gennaio. L’unico ballottaggio è a sinistra tra Lazaro e Vojvoda, con l’austriaco in vantaggio. Completeranno l’undici Buongiorno e Rodriguez in difesa, Bellanova a destra e Vlasic a supporto del tandem Sanabria-Zapata“.
Si parla di un possibile ritorno del genovese Pellegri in rossoblu: che si dice a Torino su queste voci di mercato?
“Fino a qualche mese fa il suo destino sembrava scritto, anche perché già in estate era stato vicino alla cessione. Poi il cambio di modulo e il passaggio alle due punte rende necessario un terzo attaccante in rosa per avere dei ricambi. Juric continua a mostrare fiducia nei suoi confronti, salvo offerte incredibili Pellegri dovrebbe restare in granata“.
Anche Radonjic e Seck sembrano avere le valigie in mano: qual è la loro situazione?
“Per loro la situazione è proprio questa, con il club che sta cercando la miglior offerta per piazzarli. Radonjic ha sempre avuto un rapporto di amore e odio con Juric ma con il nuovo modulo non ha più spazio, così come Seck è retrocesso nelle gerarchie. Entrambi andranno via, resta ancora da capire dove“.
Può essere l’anno buono per le ambizioni europee del Toro o il progetto di Juric ha bisogno di altro tempo per sbocciare definitivamente?
“Il salto del Toro in Europa è inevitabilmente collegato al fallimento di qualche big: i granata partono indietro rispetto a chi sta davanti, quindi serve qualche caduta delle avversarie. L’obiettivo di Juric è rimanere attaccato ai piani alti della classifica, sperando in un guizzo per mettere la freccia. Ma prima di tutto va migliorato il rendimento in trasferta“.