
L’ex presidente di Genoa e Como ha parlato della partita del Ferraris che vedrà sfidarsi le sue vecchie squadre
A pochi giorni dalla sfida del Ferraris tra Genoa e Como, il doppio ex presidente Enrico Preziosi è intervenuto ai microfoni de La Provincia di Como per dire la sua riguardo al match: “Sarà la mia partita. Per chi tiferò? Scontato: Genoa. Diciotto anni non si cancellano“.
SULL’ESPERIENZA A COMO: “Avete presente quando qualcuno ti fa del male, e l’unica maniera per dimenticare è cancellare? Ecco, Como mi fa quell’effetto. Abito a Lugano, ho una sensazione di disagio ogni qualvolta che devo attraversarla a piedi. Nessuno ha mai raccontato per bene come sono andate e cose questo mi spiace. Se la gente a Saronno, a Como e a Genova ha finito per insultarmi, o screditarmi, significa che qualche errore l’ho commesso anche io. Non sono soddisfatto di quanto ho fatto, perché alla fine ho perso. Sono dispiaciuto sia rimasto di me un brutto ricordo, è una sconfitta”
SULLA VICENDA DI COMO E SARONNO: “A Saronno mi hanno addebitato un fallimento arrivato due anni dopo dalla mia partenza mentre a Como mi hanno tirato un bel tranello. Con tutti i soldi che ci ho messo. Ma non ce l’ho con nessuno“.
SULL’ULTIMA STAGIONE AL GENOA: “Mi è spiaciuto. Anche perché era facile concludere che avevo messo il Genoa in mani sbagliate. E non era vero. Un grosso errore è stato prendere Shevchenko. Ero furioso con i proprietari, urlavo loro al telefono con e chiedevo ‘ma cosa state facendo?’. Sono sicuro torneremo su“.
SUL SUO RAPPORTO CON IL CALCIO: “In questo anno mi sono disintossicato, ho ripreso a fare ciò che so fare bene, a dedicarmi alla azienda e alla famiglia con più serenità. Anche le partite le guardo con più distacco: da una parte me le godo di più, dall’altra c’è meno adrenalina. Se ho voglia di tornare? Il mio calcio è finito. Questo è un calcio senz’anima, tutto business. Non fa per me. Non c’è più passione, solo affari. Il tempo dei padri padroni-tifosi, come ero io, è finito. Ma sono sicuro, tra qualche anno le proprietà straniere torneranno da dove sono venute“.
