
Il tecnico tedesco ha mostrato le sue grosse lacune tecniche, il suo gioco è prevedibile e poco pericoloso
Il triplice fischio che mette la parola fine sul match del Ferraris tra Genoa e Cittadella non è altro che un terribile déjà vu di quanto successo a Perugia. Stesse facce nere che si presentano in conferenza stampa consapevoli del destino segnato. Questa volta però, Alexander Blessin è ben consapevole che non ha più scusanti e che nessuno può salvarlo dal suo destino. Sicuramente non Spors, che già si era esposto per lui ricevendo in cambio una prestazione deludente contro una squadra decisamente alla portata dei rossoblù. Come sottolinea Il Secolo XIX, il tecnico tedesco è reo di non essere riuscito a dare alternative ad un gioco che col passare del tempo è divenuto prevedibile e poco pericoloso e a dare quel cambio di rotta necessario ad impedire che una leggera flessione si tramutasse in una caduta a picco.
Col Cittadella la squadra gioca per poco più di 45 minuti, poi sparisce nel nulla. Crea diverse occasioni da rete, ma si soffre dello stesso identico problema: gli attaccanti sono senza killer instict. La scelta di mettere Puscas dal primo minuto per far riposare Coda risulta un suicidio. Il rumeno incide pochissimo e nell’ormai obbligatorio 4-2-3-1 chi gli da supporto non riesce a servirlo a dovere. Aggiungi l’ottima prestazione di Kastrati ed ecco che il Genoa prende gol sull’unica vera occasione dei granata.
Dopo la sconfitta contro gli uomini di Gorini, il Genoa esce dal terreno di gioco per la quinta volta di fila, con il successo di Terni del 22 ottobre che resta l’ultima volta in cui i rossoblù hanno conquistato i tre punti. Da allora, sono stati racimolati solamente due punti: non la tabella di marcia che ci si aspetterebbe da chi è favorito alla promozione. L’attacco continua ad essere una delle note più dolenti, l’attacco è andato in rete 16 volte ed è tra i peggiori del campionato. Il Grifone ha gli artigli smussati e così anche il suo allenatore, che è ben lontano dall’uomo che si era presentato alla Nord quasi un anno fa. Ora assiste silente dalla panchina, mostrando qualche cenno in rare occasioni. Che non sia già consapevole del suo destino e stia solo aspettando l’ufficialità?
