
L’ex presidente blucerchiato vuole aiutare il fondo Merlyn a salvare la società dal rischio del fallimento, ma l’imprenditore romano e il Cda hanno bloccato la trattativa
Edoardo Garrone si abbatte contro Massimo Ferrero e il Cda come una bufera. La Sampdoria naviga in un mare di debiti, eppure la società sembra non aver alcuna intenzione di trovare rimedio a quella che a tutti gli effetti ha le fattezze di un viaggio di sola andata verso il fallimento. Ad ora sono cinque le assemblee degli azionisti disertate (ne rimane una programmata per il 2 febbraio) e qualsiasi tentativo da parte di terzi di entrare in società riceve secchi rifiuti. Queste le basi dell’accusa dell’imprenditore genovese che, indirettamente condannato dalla piazza per aver affidato le sorti della squadra alle mani di Ferrero nel 2014, ha cercato di risollevare il club appoggiando il fondo Merlyn di Alessandro Barnaba che il presidente ha prontamente respinto dopo la proposta di inserirsi immettendo denaro fresco con l’azzeramento del capitale sociale. Garrone aveva preso parte anche al tentativo di Vialli sfumato nel 2019 dopo l’ennesimo no ricevuto dall’imprenditore romano. “La proposta di Merlyn non è stata presa in considerazione né dalla proprietà, né dal Cda. Evidentemente hanno altri obiettivi che non sono certo il salvataggio della Sampdoria” dichiara senza peli sulla lingua Garrone ai microfoni de La Gazzetta dello Sport “Questo loro rifiuto ha condannato al fallimento quella che era l’ultima, l’unica e la migliore soluzione in grado di garantire un futuro positivo alla Sampdoria”.
La scelta di Ferrero dimostra come nella sua testa ci sia più la volontà di salvare il proprio capitale più che quello del club, visto che ormai da tempo si vede costretto a soddisfare le sempre più salate richieste di creditori dei suoi concordati romani. Il presidente blucerchiato è da settimane alla disperata ricerca di un prestito di 35milioni di euro e darebbe in pegno le quote della società sportiva per un tempo che varia dai 18 ai 24 mesi, ma sinora non è stato riscontrato alcun esito positivo. A peggiorare una situazione già di per se critica, si aggiungono alcune scadenze: una riguarda il debito dilazionato con l’erario, più 11 milioni per pagare gli stipendi dei tesserati nell’ultimo trimestre del 2022 da corrispondere entro il 16 febbraio per non incorrere in una penalizzazione. Nelle prossime ore il Cda presenterà un iter per la composizione negoziata: un istituto giuridico che permette alle imprese di sperare in un risanamento anche se presentano uno squilibrio finanziario. Andasse a buon fine, la Sampdoria godrebbe del via libera all’ottenimento anticipato del paracadute retrocessione. “Noi ci siamo e ci saremo ancora” continua Garrone “Servono ‘progetti seri’. Questi già c’erano, ma serve che Ferrero faccia un passo indietro”.
