In campo segna e fuori sforna focaccia, la doppia vita dell’attaccante del Genoa Women di mister Filippini
Goleador e fornaia. Questa la doppia identità di Caterina Bargi che, tra un gol e un contrasto sul terreno di gioco per il suo Genoa, sforna focaccia nel panificio Mario di via San Vincenzo, di proprietà della sua famiglia dal 1939. Queste le sue parole al Secolo XIX.
SUL FORNO: “È casa, ci lavorano i miei genitori e tutti i miei famigliari. Io cerco di dare una mano quando posso”.
SUL GENOA: “Per me vuol dire casa, famiglia. Ho la fortuna di giocare per la squadra che tifo. È una grande responsabilità”.
SUGLI INIZI DA CALCIATRICE: “Ho iniziato a giocare in terza elementare partecipando al torneo Ravano con la mia scuola. Lì mi vide un dirigente del Genoa. A quel tempo però non ero così convinta di giocare”.
SULLA CARRIERA: “Ho giocato in Serie A con la Sampdoria l’anno scorso, ma in precedenza l’ho fatto con l’Empoli. Avevo 17 anni ed è stata la mia prima esperienza lontana da casa. Non molto fortunata, ma decisamente importante per la mia crescita”.
SULLA SCONFITTA DI VERONA: “Sconfitta giusta, ma dobbiamo restare concentrate, continuando a crescere con costanza”.
SU CARINISSIMI: “È merito suo se abbiamo fatto il salto di qualità. È la cosa migliore che ci potesse capitare”.
SUL CRESCENTE SOSTEGNO DEI TIFOSI: “Sono in casa e in trasferta. Anche a Verona abbiamo avuto dei tifosi venuti apposta per noi. È una cosa che ci dà una carica immensa e ci onora. Sono sicura che alcuni gol, soprattutto quelli nel finale, siano arrivati grazie a loro”.
SULL’APPOGGIO DEL CLUB: “Si è visto con la Serie B e con l’arrivo di Carinissimi. Poi la presenza di Blazquez in tribuna per le nostre partite”.
SUGLI OBIETTIVI: “Prima di tutto dobbiamo pensare alla salvezza, poi la festa al Ferraris, magari con una partita davanti alla Nord”.
Caterina Bargi grande bomber ❤️💙