Sono 15 gli ultras rinviati a giudizio con l’accusa di aver minacciato il club affinchè versasse soldi alla società Sicurart
Ci sono sviluppi nell’ambito dell’inchiesta sulle estorsioni al Genoa verificatesi dal 2010 al 2017. Come riporta Telenord, infatti, 15 dei 16 ultras indagati nella vicenda sono stati rinviati a giudizio. Solo uno è stato prosciolto dalle accuse. Il processo inizierà il prossimo 6 giugno.
L’indagine, condotta dal sostituto procuratore Francesca Rombolà e dal procuratore aggiunto Pinto, aveva portato in carcere Massimo Leopizzi, Artur Marashi e Fabrizio Fileni, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione e violenza privata, per aver estorto al Genoa una cifra vicina ai 327 mila euro. Questa somma di denaro, secondo gli inquirenti, fu versata dal Genoa attraverso operazioni inesistenti in favore della società Sicurart, di cui Leopizzi, uno degli ultras incarcerati, era socio.
Il gruppo di ultras è anche accusato di aggressione verso giocatori e staff tecnico a seguito di alcune prestazioni. Gli ultras, secondo l’accusa, avrebbero imposto una sorta di ‘pace del tifo’ in cambio di denaro. Tra gli episodi contestati, inoltre, anche minacce e intimidazioni ad altri tifosi rossoblù che non rispettavano le direttive di Leopizzi. Direttive, queste, riguardanti il comportamento da tenere dentro lo stadio Ferraris, quando ad esempio veniva deciso di non entrare per protesta oppure al contrario di contestare i giocatori. Infine, tra le accuse, anche le lesioni ad alcuni poliziotti al termine della partita Genoa-Crotone del 22 gennaio del 2017.