Albert Gudmundsson, intervistato da Repubblica, si è raccontato a tutto tondo, dal calcio alla sua famiglia
In un’intervista sull’edizione odierna di Repubblica, Albert Gudmundsson si è aperto e si è raccontato a 360 gradi. Dalla sua famiglia di calciatori al rapporto speciale col padre, dagli inizi in Islanda e Olanda fino alla chiamata del Genoa e la sua vita in Italia. Ecco le dichiarazioni di Gudmundsson.
SULLA SUA FAMIGLIA. “Il calcio la mia famiglia lo ha nel dna. Giocavano mio padre Benediktsson e mia padre Helga e giocava anche mio nonno materno Bjorn. Tutti sono arrivati in Nazionale. Giocava anche il mio bisnonno, anche lui Albert, che è stato il primo calciatore professionista islandese. Ha giocato in Scozia, Francia e nell’Arsenal. E nel 1948 è approdato al Milan. Viene considerato uno deI tre giocatori islandesi più forti di tutti i tempi. Quando ha smesso si è dato alla politica“.
SUL PADRE. “Oltre al calcio, mi piaceva moltissimo anche il basket, ma è stato mio padre a scegliere per me: ‘Sei portato per il calcio e poi per la pallacanestro ti mancano almeno venti centimetri’. Dopo il ritiro, lui è stato la seconda voce nelle telecronache della tv islandese all’europeo del 2016. Una cavalcata straordinaria, che si interruppe solo ai quarti di finale, un traguardo inimmaginabile per una nazione di appena 372 mila abitanti. E mio padre commentò alla sua maniera, in modo molto colorito e pittoresco, un’impresa forse irripetibile“.
SUI PRIMI PASSI. “Dopo l’esordio, a 15 anni e mzzo, arriva la chiamata dall’Olanda. Prima l’Heerenveen, poi il Psv e infine l’Az Alkmaar. A 20 anni debutto in Nazionale e a 21 faccio parte del gruppo che partecipa al Mondiale“.
SULL’APPRODO AL GENOA. “L’idea era di arrivare a fine stagione e vagliare con calma le proposte, ma abbiamo ceduto davanti all’insistenza di Spors e Blessin. Il progetto era molto interessante e mi hanno convinto a venire subito anche se il Genoa era ultimo in classifica. Non ho avuto nessun problema di ambientamento, qui non fa mai freddo e il cibo è ottimo. Io adoro l’Italia e non mi sono mai pentito di aver scelto il Genoa. L’unico problema è la lontananza dalla famiglia e dagli amici. Dopo Leo è nata anche Maja, sicuramente la prossima stagione mia moglie e i bambini verranno a stare a Genova“.
SUL GRUPPO. “Ho sempre creduto in questa squadra, ero convinto che avesse margini di crescita. Ora i risultati lo stanno confermando. Siamo un mix perfetto di anziani di straordinario carisma e giovani che hanno fame. La nostra forza è il gruppo. Sapere che dietro c’è chi partecipa come se giocasse e vorrebbe essere in campo al tuo posto, ti obbliga a dare sempre il massimo negli allenamenti e dà anche la giusta pressione al mister nelle scelte“.
❤💙
Bene , cresceranno a pesto&focaccia.
Ma che bello!! Felici di questa decisione!!!❤️💙
❤️💙❤️💙❤️💙❤️💙👓
Neanche noiiiiiii❤️💙
Decisione giusta❤💙
Vai Genoa e non fermarti
Sei come un folletto magico 🥰 e ti amiamo follemente ❤️💙