Per i vecchi grifoni l’attaccante è la scelta giusta, ma bisogna dargli modo di ambientarsi nel campionato italiano

Mateo Retegui è arrivato regalando grandi aspettative ai tifosi del Genoa. Molto fa il fatto che sia argentino e arrivi dal Boca: tutti elementi che riportano alla mente il Principe Milito. Come scrive Il Secolo XIX, per alcuni giocatori del passato rossoblù la società ha fatto bene a untare su di lui, ma tutti concordano sul fatto che sia indispensabile dargli modo di ambientarsi senza pressarlo subito.

“Potrà sicuramente diventare un giocatore importante” afferma Marco Nappi “senza però dimenticare che resta un punto interrogativo almeno fino a quando non riuscirà a imporsi sul campo. È il classico attaccante da 3-5-2, capace sia di attaccare la profondità sia di venire incontro per aiutare la squadra nei momenti di difficoltà. Poi credo che per le caratteristiche fisiche possa essere in grado di far bene pure se dovesse essere impiegato nel tridente offensivo come punta centrale. Il fiuto del gol ha dimostrato di possederlo”. 

Anche Tomas Skuhravy ha dato la sua benedizione sull’arrivo dell’attaccante: “Felice per l’arrivo di Retegui, ma per salvarsi il Genoa ha bisogno almeno di altri sei o sette elementi di categoria. Per far rendere Retegui al massimo bisogna attorniarlo di gente capace, da Serie A, perché altrimenti non riuscirà ad esaltare le sue caratteristiche”.

Marco Carparelli è colui che più ha apprezzato l’arrivo dell’attaccante: “Quando in effetti ho letto la notizia mi è davvero piaciuta perché è un giocatore che ci può stare benissimo nel Genoa. Anzi mi auguro che sia una gradita sorpresa. Può benissimo stare nel 3-5-2, ma anche in uno schema che preveda le tre punte. Essendo sudamericano sono convinto che abbia molta più facilità a inserirsi in Serie A rispetto ad altri attaccanti che magari arrivano da altri campionati. Tutti speriamo nel nuovo Milito, ma bisogna avere pazienza, troppe pressioni possono solo che fare male”.