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Genoa, Haps: “Genova, il Genoa e i suoi tifosi sono casa”

Il terzino del Genoa Haps si è aperto ed ha confessato lo splendido rapporto con Genova il Genoa ed i sui tifosi

HAPS

Il terzino sinistro del Genoa Haps si è aperto in una lunga intervista a Genova24 nella quale ha parlato passato, presente e futuro, del suo rapporto con Genova il Genoa ed i sui tifosi.

Dopo un periodo difficile, con prima la distorsione e poi con altri problemi fisici, oggi si può dire che finalmente sia tornato.
Mi sento bene, sto giocando e mettendo minuti nelle gambe, spero in pochissimo tempo di tornare in piena forma”.

Il Genoa è tornato a vincere e la salvezza, anche se non è matematica, è dietro l’angolo. Come vede le ultime partite di questo campionato ampiamente positivo per una neopromossa?
Abbiamo fatto una buona stagione anche come neopromossa, l’obiettivo è quai raggiunto ma noi vogliamo dare il massimo e fare altri punti, non ci accontentiamo”.

Ha ritrovato anche la sua Nazionale, quanto è importante questo per lei?
È un onore per ogni giocatore indossare la maglia della Nazionale e ed ancora più bello far parte di questi ritiri, perché la nostra nazionale permette ai giovani ragazzi che magari hanno la passione per il calcio di far parte del ritiro. È bello parlare con loro e dare qualche consiglio”.

Gli ultimi due anni sono stati difficili per lei, come li ha affrontati a livello psicologico?
Dio mi ha aiutato molto a superare queste difficoltà oltre che, ovviamente, la mia famiglia. Anche il mister Alberto Gilardino mi è stato molto vicino, quando mi sono rotto la caviglia lo scorso anno mi ha scritto tanto, mi ha supportato e dato fiducia. Mi ha sempre detto che mi avrebbe aspettato”.

Quest’anno è tornato al Genoa facendo andata e ritorno da Venezia, è contento di aver fatto questa scelta?
Ovviamente sì. In Serie B abbiamo fatto un buon campionato, i tifosi sono fantastici anche la squadra e lo staff lo sono, per me sono come una famiglia”.

Come ha visto cambiare la squadra, il gruppo, rispetto alla stagione in Serie B?
Il Genoa è una squadra molto forte, abbiamo fatto un buon lavoro anche quest’anno con grandi giocatori di qualità. La squadra è un po’ cambiata rispetto alla scorsa stagione ed è anche per questo che stiamo facendo un campionato importante per una neopromossa. Siamo tutti uniti, cerchiamo di fare sempre squadra tutti insieme. Anche quando mangiamo a mensa cerchiamo di metterci al tavolo sempre con compagni diversi, per non fare gruppetti ma creare un unico grande gruppo. Questa è la nostra forza”.

Le piace Genova?
Genova è come Rotterdam: lo stadio, i tifosi sono come in Olanda e per questo mi sento ancora di più a casa. Amo il pesto e la focaccia ma non la puccio nel cappuccino (ride)”.

Come riesce a motivarvi Gilardino? E in particolare a lei cosa chiede?
Il mister mi dice sempre di giocare come so giocare, non mi chiede nulla di più. Per me l’importante è giocare, il ruolo conta poco. Quando con la maglia del Venezia ho incontrato il Genoa ho capito subito che squadra tosta fosse e ho sentito immediatamente il calore dei tifosi. Bisogna sudare e dare tutto per questi colori, e io farò sempre così: è il mio obiettivo”.

La prima rete con la maglia del Genoa è arrivata nella partita di Coppa Italia contro la Reggiana, cosa ha provato?
Durante la gara non ero soddisfatto della mia prestazione perché non stavo giocando benissimo ma poi è arrivato il gol ed ero felicissimo”.

Su Instagram abbiamo visto che ha il profilo privato, ma nella biografia cita un versetto di Geremia 29:11 sulla pace. Ci ha già detto che per lei Dio è importante. Quanto?
Sì confermo, sono cristiano e la fede per me è molto importante. Geremia è anche il nome di mio figlio che ha due anni e vive in Olanda”.

Passiamo al campo, più precisamente al suo numero di maglia: indossa il numero 55. Perché lo ha scelto?
È stato il mio primo numero in Italia e da lì ho sempre scelto quello. È un doppio 5, il mio numero preferito che uso in Nazionale”.

Ecco, parlando dell’Italia e del campionato quali differenze ha trovato rispetto a quello olandese, campionato che lo ha formato calcisticamente ma diverso da quello italiano, è stato difficile ambientarsi?
Il campionato italiano è più di qualità rispetto a quello olandese, ma io mi sono trovato a mio agio in tutti e due. Per la mia esperienza l’unica differenza è stato il modulo di gioco perché in Olanda giocavo a 4 invece al Venezia giocavo sia nei 3 di difesa che nei 5 di centrocampo”.

Come ha iniziato a giocare?
Ho iniziato nei Paesi Bassi a 6 o 7 anni, la mia famiglia sapeva quanto amassi il pallone e mi ha sempre aiutato. È grazie a loro se oggi gioco in Serie A e come ho già detto, anche grazie a Dio. In Olanda ho iniziato come ala destra ma poi un allenatore dell’Az Alkmaar un giorno mi disse (avevo 18 anni) che se volevo diventare professionista avrei dovuto scalare di qualche metro la mia posizione di partenza. E così sono diventato un terzino, ma che ama correre e spingersi in avanti”.

Al Feyenoord ha trovato Advocaat e ha segnato 4 reti calcando campi importanti in Europa. Ci racconti quel periodo?
“È stato fondamentale per me, ho giocato match importanti a livello europeo. Sento ancora Advocaat, è stato molto importante per la mia crescita professionale, l’ho avuto la prima volta quando avevo 19 anni all’ Az Alkmaar e poi 6 anni dopo al Feyenoord. Ci siamo incontrati di nuovo, è stato di grande aiuto e lo è ancora oggi”.

E ora da Rotterdam che ha sapore di casa, di primi calci, di prime vittorie facciamo un salto nel futuro e catapultiamoci nella prossima stagione. Che cosa scriverebbe in questo spazio ancora vuoto?
“Per prima cosa ci sono ancora partite di questa stagione da giocare, voglio fare gol e assist e aiutare il Genoa, poi si vedrà”.

– Ma si vede ancora con il Grifone cucito sul petto?
“Certo”

 

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18 giorni fa

Dopo aver fatto il mio commento ho letto che guadagna 3 milioni…. Se è vero allora può pure andarsene a cagare altrove…

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18 giorni fa

Sinceramente in B spaccava in A sembra l’ultimo Criscito cioè passa sempre dietro… Spero torni in forma e torni a spaccare e ad arare la fascia come faceva in B

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19 giorni fa

Non ha mai combinato niente di buono, ha un ingaggio che supera il milione di euro, ora basta prese in giro, se ne vada altrove
Per crescere servono giocatori buoni, seri e in salute.

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19 giorni fa

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19 giorni fa

Mah… sempre rotto. Io lo rispedirei al mittente

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