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Genoa, Forcinella-Martinez: intervista doppia

I portieri del Grifone Martinez e Forcinella si sono aperti e si sono raccontati e hanno raccontato il rapporto con Genova e il Genoa

martinez

Il Secolo XIX ha organizzato un’intervista doppia per i portieri titolari del Genoa. Da una parte josep Martinez spagnolo classe 1997 dall’altra Camilla Forcinella trentina classe 2001.

Portieri per scelta o per caso?
Forcinella: “Ho iniziato da terzino destro, a 12 anni giocavo in squadra con mio fratello: mancava uno in porta e io ero l’unica femmina in campo, mi ci hanno mandato. Ci ho messo un po’ ad abituarmi ma non mi sono più mossa da li”.
Martinez: “Mio papà ha fatto il portiere, anche se non a livello professionistico. Ho iniziato a giocare con lui fin da piccolo, sempre in porta. Mi allenava lui, poi sono andato a giocare nella squadra della mia città, Alzira, e poi al Barcellona”.

La parata più bella?
F: “Il rigore che ho respinto a Bologna, eravamo in vantaggio 1-0 e ci ha garantito la vittoria: una grande emozione”.
M: “Quella sul sinistro di Colpani, sono riuscito a deviarlo con la punta delle dita sulla traversa. Direi la parata più difficile che mi ricordi”.

L’avversario più forte che ha incontrato?
F: “Cristiana Girelli. Siamo state anche compagne di squadra e ho avuto la possibilità di studiarla da vicino, veramente difficilissima da affrontare”.
M: “Anche se contro di noi non ha fatto benissimo, mi ha impressionato Lautaro Martinez»”

Quello del portiere è il ruolo più difficile?
M: “Sicuramente è quello con più responsabilità. Se sbaglia un attaccante sa che ha dietro tutta la squadra a cercare di rimediare, se sbaglia un centrocampista ha alle spalle difesa e portiere, se sbaglia un difensore c’è il portiere. Se sbaglia il portiere, l’errore diventa decisivo. Ha più responsabilità e anche visione di gioco, sta dietro a tutti e ha la possibilità di vedere tutto quello che succede in campo, guidando i compagni”.
F: “È un ruolo di responsabilità e dobbiamo avere le spalle larghe, quando subiamo un gol è importante prendersi la colpa per togliere peso ai compagni di squadra e dare loro serenità”.

Meglio una parata o un lancio lungo che diventa assist per il compagno di squadra che segna?
F: “Una parata, senza dubbio. Magari quella che salva il risultato a pochi secondi dalla fine. Perché nel calcio è così, la grande parata si ricorda solo se arriva negli ultimi minuti. Poi se riesci a fare anche l’assist per il compagno, allora la domenica diventa perfetta…”.
M. “Non ho dubbi, meglio la parata. Come quella con la Reggina, quella che salva la vittoria e fa fare festa a fine partita”.

Cosa significa essere portiere del Genoa?
M: “Fin da bambino ho sempre avuto come desiderio di giocare per squadra che avesse intorno a sé una passione come quella che ha il Genoa. La gente è la parte più importante del calcio, qui ho trovato un ambiente che mi piace”.
F: “Quando sono arrivata qui conoscevo la storia del Genoa, sono rimasta impressionata dall’affetto e dalla passione che i tifosi hanno per la loro squadra. Viverla è una bellissima sensazione, le persone ti fermano per strada e ti fanno i complimenti. Percepisci quanto conti la squadra per la gente e non è cosi scontato che accada”.

Qual è il luogo preferito a Genova?
M: “Mi piace andare a prendere un gelato a Boccadasse, il pistacchio è il mio gusto preferito. E poi una passeggiata in corso Italia, quando ci sono quelle giornate così belle. Adesso piove, meglio andare a riposare dopo l’allenamento”.
F: “Boccadasse. E poi il lungomare, corso Italia è affascinante. Ma mi piace andare a visitare tanti luoghi diversi in Liguria, c’è il mare ed è tutta bella”.

La maglia da portiere preferita?
F: “Quella azzurra”.
M: “A me piace di più quella gialla”.

C’è un problema razzismo nel calcio?
M: “La gente che insulta usando termini razzisti deve stare fuori dagli stadi. Più in generale, il rispetto degli altri è un valore, non solo nello sport. E sul campo ti vedono tanti bambini e tanti ragazzini, devi dare l’esempio”.
F: “Il rispetto degli altri è fondamentale, il razzismo non deve esistere”.

Mai pensato: “Non voglio più fare il portiere”?
M: “No, non l’ho mai pensato. Ma i momenti difficili ci sono stati, quando non giochi o commetti errori devi essere pronto a ripartire. Come è successo a Frosinone, sul tiro di Soulè ho commesso un errore ma sono ripartito subito, senza arrendermi. Tutto passa per la testa. So qual è il mio obiettivo e ci voglio arrivare”.
F: “Mai pensato di mollare ma c’è stato un periodo in cui andare ad allenarsi era diventato pesante, non avevo più la gioia che il calcio ti trasmette. Avevo bisogno di aiuto e l’ho chiesto, avere un mental coach è fondamentale per uno sportivo. La testa è tutto, la testa è fondamentale per riuscire a dare tutto, in allenamento e in partita”.

Arriverete prima o poi in Nazionale
F: “Ho fatto tutte le Under azzurre, ora sono nell’Under 23. Il mio sogno è arrivare in Nazionale ma ci voglio arrivare per restarci. In Nazionale è facile entrare e poi rapidamente uscire, io voglio meritarmi la conferma. E per farlo devo crescere e migliorare, il Genoa mi sta aiutando tanto”.
M: “ La Spagna ha grandi portieri, per il momento è dura essere tra i convocati. Ma l’obiettivo è quello di arrivarci, servono tempo e lavoro. Ho giocato nell’Under 21, il mio sogno è arrivare in Nazionale ”.

L’obiettivo con il Genoa?
F: “Portarlo dove merita, in alto. Stiamo dimostrando di riuscire a ridurre il gap con le più forti del campionato, dobbiamo continuare cosi”.
M: “Prima di tutto la salvezza, la partita con il Frosinone è un crocevia molto importante. E poi dobbiamo continuare a fare risultati”.

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2 Commenti
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28 giorni fa

Ma a Bologna non abbiamo vinto…

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28 giorni fa

Martinez non l’abbiamo ancora venduto a nessuna squadra? Che ne so, Inter, Milan, Roma? 🤣

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