Il Secolo XIX racconta dell’amore dell’attaccante del Genoa classe 1997 Albert Gudmundsson per il Grifone e per la città di Genova.
Preoccupato per lo stop improvviso?
“Nessun problema, vedrete che ce la farò a rientrare per la partita di Verona. Non voglio certo mancare”.
Con Mateo formate una delle coppie più forti e affiatate del campionato, anche se ogni tanto vi contendete il calcio di rigore da tirare.
“lo e Mateo andiamo d’accordo, abbiamo un buon feeling dentro e fuori dal campo”.
A segno con il Genoa, in gol pure con l’Islanda: quattro gol in 2 partite. Quanto le è mancato vestire la maglia della Nazionale?
“Tornare in Nazionale è stato fantastico. Mi è mancata molto e non avrei potuto chiedere di meglio che una partita come è stata quella della rimonta contro Israele. Peccato solo non essere riusciti a qualificarci all’Europeo ma ci siamo andati vicino con l’Ucraina”.
Al top con il Grifone e attaccante da quattro gol in due partite con l’Islanda, quanto ha contato mister Giardino nella sua crescita esponenziale come uomo-gol?
“Tantissimo, in questi mesi mi ha aiutato tanto a migliorare, a farmi scoprire ed esaltare qualità che ho sempre avuto e che non riuscivo a sfruttare al massimo. Mi ha aiutato soprattutto a capire come essere più decisivo sotto porta, uno come lui che è stato un grande attaccante sa cosa significa diventare più forti in zona gol”.
È già uomo mercato ma tra i tifosi è uno dei giocatori più amati e acclamati: cosa significano per lei il Genoa e Genova?
“Entrambi per me sono come una famiglia. Mi hanno sempre sostenuto nei momenti belli e anche in quelli meno belli. Sarò per sempre grato e orgoglioso di giocare qui”.
Ha già raggiunto quota 11 gol in campionato, qual è l’obiettivo di reti segnate che si è prefissato in questa stagione?
“Continuo a pensare a partita dopo partita, mi godo ogni momento in campo provando a far divertire anche divertire i tifosi. Con il gol segnato al Monza, anche se purtroppo non è servito a portarci punti, ho raggiunto il record di Diego Milito, l’ultimo calciatore del Genoa ad andare in doppia cifra in due campionati consecutivi. Ed è sempre bello quando ti confrontano con un grande giocatore, un grande attaccante come è stato Milito, per il Genoa ma non solo”.
Ha scelto di vivere nel centro di Genova, una scelta non usuale per un calciatore.
“Vengo dall’Islanda, e lì si conoscono tutti. Quando si cammina per le strade in Islanda, ci si saluta tutti perché o sono tuoi parenti o tuoi amici. Quando cammino nel centro di Genova e le persone mi fermano e mi salutano, non mi infastidisce, anzi, è una cosa molto bella. Penso che vivere nel centro storico, nei vicoli, ti consenta di entrare in maggiore connessione con la città, con la cultura italiana”.
Qual è il luogo della città a cui si sente più legato? Quale quello che più la emoziona?
“Sicuramente lo stadio Ferraris. Il mio primo gol con la maglia del Genoa è stato proprio davanti alla gradinata Nord contro la Juventus e sono già passati due anni. Ho avuto subito belle sensazioni, ovviamente perché noi abbiamo un gran tifo, specialmente in casa. Ed è sempre emozionante fare gol per il Genoa”.
Fa ancora il bagno durante l’inverno? In Liguria come in Islanda?
“Certo, quando ne ho la possibilità. Fare il bagno d’inverno in Liguria è molto bello. In Islanda non vediamo il sole per sei mesi durante l’inverno. Qui per me è come se fosse sempre estate”.
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