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La complicata stagione di Massimo Coda

Coda

L’attaccante non è riuscito a ripetere le prestazioni delle stagioni precedenti, complici i problemi con Blessin e gli infortuni

Massimo Coda era arrivato al Genoa con l’aspettativa di essere colui che avrebbe suonato la carica verso la promozione diretta. Pagato al Lecce 1,5 milioni di euro, l’attaccante aveva fatto sognare la tifoseria. Era infatti reduce da due stagioni di Serie B nelle quali aveva conquistato il titolo di capocannoniere.

Da veterano della categoria, avrebbe istruito i compagni del tutto impreparati sul calcio italiano ed educato quelli abituati a più ambiziosi palcoscenici. Il suo esordio con la maglia del  Grifone in Coppa Italia è il miglior biglietto da visita che si possa desiderare: 1 gol e due assist per Gudmundsson contro il Benevento.

In Serie B, però, bisognerà aspettare la terza giornata, nella sfida in trasferta contro il Pisa, per vederlo di nuovo decisivo con un assist per Ekuban al 29′ minuto, mentre il suo primo gol arriverà una settimana dopo nella pirotecnica sfida del Ferraris terminata 3-3 con il Parma.

Non ci vuole però molto prima che si inizi a capire che, nell’attacco del Genoa, c’è qualcosa che non va. Gli interpreti ci sono, hanno qualità ed esperienza, ma non riescono ad incidere. Il Grifone si difende molto bene, ma fatica decisamente troppo a gonfiare la rete avversaria. E la risposta all’enigma è da ritrovare nello stile di gioco impostato dal Alexander Blessin. il tedesco, dopo aver collaudato per qualche giornata un 4-4-2, decide di affidare tutta la sua ad uno sterile 4-2-3-1 con  Coda davanti. Alle sue spalle, Jagiello, Aramu e Gudmundsson.

Nel suo ideale di gioco, i tre dietro avrebbero dovuto muoversi in funzione dell’attaccante per servirlo sempre in area avversaria. Il tecnico, però, non è mai stato in grado di capire che gli interpreti erano sbagliati per un compito simile. Dunque, Coda si è visto spesso costretto a dover cercare il pallone oltre la trequarti. Questo per poi scartare l’uomo prima di giungere al tiro. Uno stile di gioco che non è affatto nelle sue corde e che l’ha dunque portato ad avere una sorta di crisi d’identità e ossessione da gol che non ha fatto altro che peggiorare la sua situazione.

Con l’addio di Blessin e l’arrivo di Gilardino, Coda ha all’attivo 6 gol (di cui 4 su rigore) e 2 assist. Il Violinista, da esperto attaccante quale è, sa quali corde toccare con lui e sa che quello che deve affrontare non è un processo semplice. Alla sua crisi da gol, si aggiungono le voci su un suo possibile addio e la comprensione che il suo sogno di diventare il primo giocatore a conquistare tre volte di fila il titolo di capocannoniere di Serie b è ormai svanito.

Perciò, Gila gli consiglia di staccarsi dall’idea di dover fare gol a tutti i costi e di giocare per la squadra. I centri sarebbero arrivati da soli. E dopo 4 partite, ecco arrivare la rete decisiva nel match contro il Venezia e la rete del primo vantaggio in casa del Benevento. Coda inizia a riacquistare fiducia. E, con Puscas (che il tecnico ha scelto come sostituto o uomo da sostituire a gara in corso con lui), forma un’arma micidiale con la quale il Grifone spezza i ritmi delle partite.

Ad influire su una stagione altalenante però, arriva un infortunio al polpaccio che lo tiene lontano dal campo per diverse giornate. Dopo quasi un mese, in occasione della sfida casalinga contro la Reggina, Coda può forse tornare a dire la sua per questo sprint finale verso la promozione. Mancano solo 8 giornate alla fine del campionato e l’attaccante vuole essere decisivo.

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1 anno fa

Aspettiamo il tempo sarà galantuomo. Forza Massimo

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