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ESCLUSIVA CG – Oliva: “Rappresentare la mia squadra del cuore è un onore”

Oliva

La nostra redazione ha avuto modo di parlare con Eleonora Oliva, terzino destro del Genoa Women; ecco cosa ha raccontato ai nostri microfoni

ESCLUSIVA OLIVA – Eleonora Oliva, terzino destro del Genoa Women, genovese e genoana, ha parlato ai microfoni di CalcioGenoa.it per commentare la stagione appena vissuta. A livello personale, con un trasferimento importante e tante sfide sul rettangolo verde, e a livello di collettivo, con una salvezza in Serie B voluta e conquistata caparbiamente. Ecco, di seguito, tutte le dichiarazioni di Oliva.

Eleonora Oliva, da ragazza e giocatrice ligure, cosa hai provato quando hai saputo della chiamata del Genoa a dicembre?

Sono stata entusiasta e felice quando mi è arrivata la chiamata: sono dovuta andare via da casa a 18 anni, perchè in Liguria non c’erano squadre di Serie B o Serie A. Dunque, quando mi ha voluta il Genoa per me è stato un onore, perchè finalmente potevo tornare a casa con una società seria in una determinata categoria. È stata una forte emozione e anche una possibilità quella di poter rappresentare i colori della mia città, e anche della mia squadra del cuore“.

Arrivando in corsa in un gruppo già formato, hai mai avuto qualche difficoltà di inserimento con mister e compagne, oppure dubbi per aver rinunciato a una piazza come Napoli, promossa da prima in classifica?

Ho deciso di tornare perchè stavo vivendo un momento particolare della mia vita personale, dunque avevo bisogno di casa. Marta (Carissimi, ndr) mi ha dato questa possibilità, quindi ho accettato subito. Non rimpiango assolutamente l’aver lasciato Napoli. Sono contenta per la loro promozione, sono ragazze d’oro con uno staff molto professionale. Si meritano quello che hanno conquistato. Per quanto riguarda la nuova squadra non ho avuto nessun problema. Sono tutte ragazze giovani e sono state subito gentili, disponibili in tutto (come per i passaggi in macchina) ma anche semplici e ‘pulite’. Mister Oneto l’ho vissuto poco per via della pausa natalizia, poi è arrivato mister Filippini e – a quel punto – quello nuovo era lui, non più io“.

Dopo un periodo negativo siete riuscite a centrare l’obiettivo salvezza. Qual è stato il fattore o il momento che vi ha fatto cambiare marcia?

Secondo me, dopo la sosta, siamo ripartite con delle belle prestazioni e vincendo, perchè erano cambiate tante cose, tante giocatrici, c’era l’enfasi di una squadra quasi nuova, quindi negli scontri diretti abbiamo fatto quello che dovevamo. L’unico passo falso credo sia stato quello col Trento. E poi, le partite che abbiamo perso erano con le prime in classifica. Noi non pensavamo di vincere con Napoli, Cesena o Chievo. Puntavamo piuttosto a fare la prestazione e a portarci qualcosa di buono dietro. Poi, appena c’è stata una squadra più abbordabile, ne abbiamo approfittato. Avevamo tanta fame e voglia per il fatto di doverci salvare e con il San Marino siamo scese in campo con testa, cuore e gambe. Forse il fattore decisivo è stata proprio la motivazione maggiore rispetto alle altre“.

Nella prossima stagione l’obiettivo sarà simile o credi ci siano i margini per ambire a qualcosa in più?

L’obiettivo preciso non ci è ancora stato detto dalla società, ma sicuramente cercheremo di raggiungere tutto ciò che vorranno. Ma l’asticella, a parer mio, si alzerà sicuramente. Già da quando è arrivata Marta il livello è aumentato sempre di più, anche perchè la dirigenza dietro di noi è forte, crede in noi e non ci impone dei limiti. Sicuramente dovremo salvarci prima e non alle ultime giornate”.

Ad oggi, a tuo parere, che cosa manca ancora al vostro organico per ambire ai traguardi più importanti e quali sono, invece, i punti di forza attuali da cui ripartire?

A parer mio, una cosa che abbiamo patito un po’ è stata l’inesperienza: il gruppo è giovane, con ragazze che venivano dalla Serie C e non avevano mai fatto la B. E poi, la squadra era strutturata per fare la C prima di comprare il titolo. Bisognerà ripartire dalle nostre buone prestazioni, dall’impegno, da tutto ciò che abbiamo imparato da un mister che crede tanto in noi e da uno staff completo e preparato. E, nel calcio femminile, non è facile trovare questa preparazione, dalla nutrizionista, al mister, direttore sportivo e social media manager“.

A livello personale tu hai già avuto modo di giocare in Serie A, con l’Hellas Verona. Che tipo di campionato è la A femminile? E qual è la differenza principale con la serie cadetta?

Credo che il gap tra A e B sia ancora abbastanza grande. La differenza maggiore che ho notato è l’intensità, la rapidità di gioco, il sapere già dove dare il pallone quando ti arriva. Poi, bisogna dire che le ragazze della Serie A nella vita fanno soltanto questo: allenamenti la mattina, impegno ed energie che vanno soltanto nel calcio. In Serie B qualche ragazza è ancora costretta a fare un altro lavoro, con allenamenti nel tardo pomeriggio, con meno lucidità che poi influisce sulla prestazione, e quindi anche questo fa la differenza“.

L’emoji del trattore, che usi spesso accompagnata alle foto delle tue partite, ti rappresenta nel modo di interpretare il ruolo?

Mi hanno sempre detto che sono un trattore e che devo andare come un trattore, quindi da lì è nato questo simbolo. Poi sono aggressiva, ho tanta corsa, una giocatrice a tutta fascia, molto fisica e che non deve mai mollare“.

A che giocatore o giocatrice ti ispiravi da piccola e quale ti ispira oggi a migliorarti quotidianamente tra quelli, o quelle, attuali?

Quando ero piccola mi piacevano tanto Sergio Ramos e Nesta, che è anche il motivo per cui ho sempre avuto il numero 13. Qui non era disponibile quindi ho preso il 23. Attualmente, pur essendomi un po’ distaccata dal calcio maschile, quando guardo quel tipo di partite seguo e guardo come si muove Theo Hernandez, un trattore come me, anche se mancino e molto tecnico“.

 

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