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ESCLUSIVA – Manfredini: “Merito a Gila; SPAL? Serve serenità”

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Thomas Manfredini, ex giocatore di SPAL e Genoa, ci racconta le sue sensazioni prima del match; poi, elogia l’ex compagno Gilardino e dà un’opinione sul futuro di Gasperini

Thomas Manfredini, ex colonna difensiva dell’Atalanta ma protagonista in Serie A anche con la maglia del Grifone, è stato raggiunto in esclusiva da CalcioGenoa.it per presentare il match tra il Genoa e la SPAL, squadra in cui è cresciuto e con cui ha esordito nei professionisti nel 1997. Poi, Manfredini ha analizzato il percorso da allenatore del suo ex compagno in rossoblù Gilardino e ha chiuso con una considerazione su Gian Piero Gasperini. Ecco le dichiarazioni integrali di Manfredini, che riportiamo di seguito.

Thomas Manfredini: nato a Ferrara, hai esordito nella SPAL in Serie C2, per poi vincere il campionato e giocare con quella maglia anche in C1. Che ricordi hai dei tuoi primi passi nel calcio professionistico?

Ho giocato nella SPAL dai 10 anni fino ai 19, facendo tutta la trafila del settore giovanile. Da ragazzo di Ferrara e tifoso è stata una scalata molto importante. Anche perchè ai tempi giocare in Serie C non era facile, era un calcio con un livello alto anche nelle categorie minori. In più, la SPAL mi ha permesso di affacciarmi al grande calcio, quindi per me rappresenta un qualcosa di unico“.

Questa è una stagione piuttosto travagliata per la SPAL. Dopo l’esonero di De Rossi, in panchina è appena arrivato Massimo Oddo. Cosa servirebbe alla squadra per risollevarsi da questa situazione?

Quando ci sono queste difficoltà, che ho vissuto anche da calciatore, non è sempre facile trovare una risposta. La squadra è giovane, ha bisogno di fiducia. Penso che la cosa basilare, per Oddo, sia ridare serenità al gruppo: con De Rossi, che pur stava facendo bene, appena la squadra subiva un gol mancava un pizzico di coraggio per recuperare. Quando c’è tranquillità, invece, fare risultato è più semplice“.

Al Genoa sei arrivato da calciatore maturo e sei rimasto per un anno: da gennaio 2013 a gennaio 2014. Come hai vissuto la piazza e cosa ricordi di Genova?

Il ricordo più bello è stato sicuramente il Derby della Lanterna, che ho anche avuto la fortuna di vincere. Non provare questo tipo di emozioni, non giocare, forse, il più sentito derby in Italia alla pari con quello di Roma, sarebbe stata una mancanza nella mia carriera. Sono arrivato in un momento non facile perchè dovevamo salvarci e con mister Ballardini ci siamo riusciti. Ha rappresentato un momento importante della mia carriera, seppur verso la fine“.

Per 6 mesi sei stato anche compagno di Alberto Gilardino. Vivendolo tutti i giorni nello spogliatoio, e allenando tu oggi il La Fiorita, c’era in lui qualcosa che ti faceva pensare che anche lui sarebbe diventato allenatore?

Sinceramente, in quel periodo non ci pensavamo troppo, perchè avevamo ancora degli anni di calcio giocato davanti. Guardandolo, non mi ha mai dato l’idea che avesse la voglia di diventare allenatore. Sicuramente, però, da giocatore si è preparato un bagaglio importante e se lo sta portando dietro anche da tecnico: i risultati ci sono e gli va solo dato merito, perchè non è facile allenare subito una squadra importante come il Genoa, oltretutto da subentrante“.

Dunque, a fronte dei risultati positivi che sta inanellando, Gilardino può essere considerato l’uomo giusto per condurre il Genoa alla Serie A?

Penso di sì. Guardando alcune delle partite del suo Genoa ho visto una squadra aggressiva, che si sa muovere in campo e sa cosa vuole. Poi, c’è uno spirito completamente diverso da quello che c’era prima con Blessin, anche se non so i motivi di ciò, ma Gilardino ha portato indubbiamente qualcosa di nuovo che lo ha condotto fino al secondo posto e può condurlo fino alla A“.

Cosa possiamo aspettarci, secondo te, da un match come Genoa-SPAL?

A livello di organico la bilancia pende chiaramente dalla parte del Genoa, ma anche a livello di motivazioni: la SPAL ha un nuovo allenatore ma ha delle difficoltà oggettive per cui si ritrova in una brutta situazione in classifica, rischiando molto. Quindi, se gli Estensi non ritrovano subito la voglia di fare risultato, sarà dura. Però, penso anche che la mentalità faccia la differenza: non ci sono partite scontate e anche questa non farà eccezione“.

L’Atalanta è stata la parentesi più importante della tua carriera di calciatore. Da grande conoscitore dell’ambiente e anche di Gasperini, cosa pensi farà Gasp a fine stagione?

Per me, quando ero al Genoa, il mister è stato un grande allenatore, e quello che sta facendo ultimamente è sotto gli occhi di tutti. Ogni anno è dato come partente, poi invece rimane a Bergamo. Io penso che abbia trovato un progetto importante e una società che ha fatto investimenti anche su richiesta sua: l’Atalanta gira intorno a lui. In più, la dirigenza sa che i risultati degli ultimi anni, compreso quest’ultimo in cui lottano per la Champions, sono soprattutto merito suo. Dunque, se c’è ancora volontà di andare nella stessa direzione, non vedo perchè cambiare, anche perchè lo stesso ambiente atalantino si sposa perfettamente con le idee di Gasp“.

 

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[…] si incontreranno e si abbracceranno al Ferraris in occasione di Genoa-SPAL. Non è la prima volta che si incontrano da avversari: come riportato dal Secolo XIX l’unico […]

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